La potatura e la cimatura della dalia
La potatura e la cimatura sono due tecniche colturali fondamentali nella coltivazione delle dalie, spesso trascurate dai giardinieri principianti ma essenziali per chi desidera ottenere piante più forti, cespugliose e, soprattutto, una fioritura più abbondante e prolungata. Sebbene possa sembrare controintuitivo rimuovere parti di una pianta in crescita, questi interventi mirati reindirizzano le energie della pianta in modo strategico, promuovendo uno sviluppo più armonioso e massimizzando la produzione di fiori. Padroneggiare queste semplici ma efficaci tecniche trasforma la coltivazione della dalia, portandola da una semplice messa a dimora a una vera e propria arte del giardinaggio, con risultati visibilmente superiori.
La pratica principale e più importante è la cimatura, conosciuta anche come “topping” o “pinching”. Questa operazione consiste nel rimuovere la gemma apicale, ovvero la punta, dello stelo principale quando la pianta ha raggiunto una certa fase di sviluppo. Eseguendo questo taglio, si rimuove la dominanza apicale, un fenomeno ormonale che spinge la pianta a crescere principalmente in altezza. La rimozione dell’apice stimola le gemme laterali dormienti, situate alle ascelle delle foglie inferiori, a svilupparsi, dando origine a nuove ramificazioni.
Il risultato della cimatura è una pianta con una struttura completamente diversa. Invece di un unico stelo principale che produce un numero limitato di fiori, si ottiene una pianta più bassa, più robusta e molto più ramificata, simile a un cespuglio. Ognuna di queste nuove ramificazioni laterali si comporterà come uno stelo principale, producendo a sua volta fiori. Di conseguenza, il numero totale di fiori prodotti da una pianta cimata è significativamente maggiore rispetto a quello di una pianta non cimata, portando a uno spettacolo floreale molto più ricco e denso.
Il momento giusto per effettuare la cimatura è cruciale per la sua efficacia. L’intervento va eseguito quando la pianta è ancora giovane e in piena fase di crescita vegetativa. Generalmente, si attende che la dalia abbia sviluppato dalle tre alle quattro coppie di foglie vere e abbia raggiunto un’altezza di circa 20-30 centimetri. Cimare troppo presto potrebbe indebolire una pianta non ancora ben consolidata, mentre cimare troppo tardi, quando la pianta ha già iniziato a sviluppare i boccioli fiorali, ritarderebbe inutilmente la fioritura.
L’operazione di cimatura è molto semplice. Si individua la coppia di foglie più alta sullo stelo principale e, utilizzando le dita o un paio di cesoie pulite e affilate, si taglia la parte superiore dello stelo appena sopra quella coppia di foglie. È importante eseguire un taglio netto e pulito per favorire una rapida cicatrizzazione e ridurre il rischio di infezioni. Dalle ascelle di quella coppia di foglie e di quelle sottostanti, nel giro di una o due settimane, inizieranno a spuntare i nuovi germogli laterali che andranno a formare la struttura cespugliosa della pianta.
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La rimozione dei fiori appassiti
Una volta che la dalia ha iniziato a fiorire, un’altra operazione di potatura costante e fondamentale è la rimozione dei fiori appassiti, una pratica nota come “deadheading”. Lo scopo biologico di un fiore è quello di essere impollinato per produrre semi e garantire la continuazione della specie. Questo processo richiede un notevole dispendio di energia da parte della pianta. Rimuovendo i fiori una volta che hanno perso la loro bellezza, si impedisce alla pianta di incanalare le sue preziose risorse nella maturazione dei semi.
Interrompendo il ciclo riproduttivo, si “inganna” la pianta, spingendola a produrre nuovi boccioli nel continuo tentativo di portare a termine la sua missione. Questa semplice manutenzione, se eseguita regolarmente per tutta la stagione, ha l’effetto di prolungare notevolmente il periodo di fioritura, garantendo uno spettacolo di colori nel giardino fino ai primi geli autunnali. Una pianta non sottoposta a deadheading smetterà di fiorire molto prima, una volta che avrà prodotto un numero sufficiente di semi.
È importante imparare a distinguere un fiore appassito da un bocciolo ancora da aprirsi, poiché a volte possono assomigliarsi. I boccioli sono generalmente rotondi e sodi al tatto, mentre i fiori appassiti sono più appuntiti, spesso con una forma conica, e si sentono più morbidi se schiacciati delicatamente. Con un po’ di pratica, la differenza diventa evidente. Rimuovere per errore un bocciolo significa perdere un fiore, quindi è bene osservare attentamente prima di tagliare.
Il taglio del fiore appassito deve essere eseguito nel punto giusto per massimizzare l’efficacia dell’operazione. Non è sufficiente tagliare via solo la testa del fiore. È necessario seguire lo stelo del fiore appassito fino al punto in cui si incontra una coppia di foglie o un ramo laterale. Il taglio va effettuato appena sopra questo punto. Questo non solo rende la pianta più ordinata esteticamente, ma stimola anche la crescita di nuovi steli fiorali dalle gemme latenti presenti all’ascella di quelle foglie, accelerando la produzione di nuove fioriture.
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La potatura di sfoltimento e modellamento
Oltre alla cimatura e al deadheading, in alcuni casi può essere utile una potatura di sfoltimento. Questa pratica consiste nel rimuovere selettivamente alcuni degli steli inferiori o interni della pianta, specialmente se il cespuglio diventa eccessivamente denso. L’obiettivo principale della potatura di sfoltimento è migliorare la circolazione dell’aria all’interno del fogliame. Una buona ventilazione aiuta a mantenere le foglie più asciutte, riducendo significativamente il rischio di sviluppare malattie fungine come l’oidio, che prosperano in condizioni di umidità stagnante.
Questa potatura può anche avere uno scopo estetico, dando alla pianta una forma più ordinata e armoniosa. Rimuovendo gli steli più deboli o quelli che crescono in modo disordinato, si permette alla pianta di concentrare le sue energie sugli steli principali e più robusti, che produrranno fiori di qualità superiore. Inoltre, sfoltendo la parte inferiore della pianta, si può migliorare l’esposizione alla luce delle foglie rimanenti e facilitare le operazioni di pulizia e irrigazione alla base del cespuglio.
Un’altra tecnica, riservata principalmente ai coltivatori che mirano a produrre fiori singoli di dimensioni eccezionali per le esposizioni o per il taglio, è il “disbudding” o sbocciolatura. Questa pratica consiste nel rimuovere i boccioli laterali che si sviluppano lungo uno stelo fiorale, lasciando intatto solo il bocciolo terminale, che è generalmente il più grande. In questo modo, tutte le sostanze nutritive e l’energia di quello stelo vengono convogliate verso lo sviluppo di un unico, spettacolare fiore, che raggiungerà dimensioni molto maggiori rispetto a quanto farebbe se lasciato in competizione con gli altri boccioli.
Per eseguire la sbocciolatura, si individuano i due o più piccoli boccioli che si formano nelle ascelle delle foglie appena sotto il bocciolo terminale principale. Questi boccioli laterali vengono delicatamente rimossi con le dita quando sono ancora molto piccoli. Questa tecnica sacrifica la quantità di fiori per massimizzare la qualità e la dimensione del singolo esemplare. È una pratica tipica della coltivazione da concorso e non è necessaria per il giardiniere amatoriale che desidera semplicemente un’abbondante fioritura decorativa nel proprio giardino.
