La piantagione e la propagazione della Susanna dagli occhi neri
La messa a dimora della Thunbergia alata è un’operazione relativamente semplice che, se eseguita correttamente, pone le basi per una crescita sana e una fioritura spettacolare durante tutta la stagione estiva. Il momento ideale per piantare la Susanna dagli occhi neri all’esterno è la primavera inoltrata, quando ogni rischio di gelate tardive è definitivamente scongiurato e le temperature notturne si sono stabilizzate al di sopra dei 10-12°C. Anticipare troppo i tempi potrebbe esporre le giovani piantine a shock termici letali. Se si acquistano piante già sviluppate in vivaio, è bene acclimatarle gradualmente alle condizioni esterne per qualche giorno prima di procedere con l’impianto definitivo in piena terra o in un vaso più grande.
La scelta del luogo di piantagione è di fondamentale importanza e deve tenere conto delle esigenze primarie della pianta. È necessario individuare una posizione molto luminosa, preferibilmente in pieno sole per almeno sei-otto ore al giorno, in quanto la luce solare diretta è il principale stimolo per una fioritura abbondante. Bisogna inoltre assicurarsi che il luogo sia riparato dai venti forti, che potrebbero spezzare i suoi delicati steli volubili. Un muro esposto a sud o a ovest, una recinzione o un pergolato sono contesti ideali che offrono sia supporto che protezione.
Prima di procedere con la piantagione, è essenziale preparare adeguatamente il terreno. La Thunbergia alata predilige un suolo fertile, ricco di sostanza organica e, soprattutto, molto ben drenato. Per l’impianto in piena terra, è consigliabile lavorare il terreno in profondità, incorporando del compost maturo o del letame ben decomposto per arricchirlo e migliorarne la struttura. Se il terreno è particolarmente argilloso e compatto, l’aggiunta di sabbia grossolana o perlite aiuterà a migliorarne il drenaggio, prevenendo i ristagni idrici che sono estremamente dannosi per le radici.
L’operazione di impianto è piuttosto diretta. Si scava una buca leggermente più larga e profonda del pane di terra della piantina. Si estrae con delicatezza la pianta dal suo contenitore originale, facendo attenzione a non danneggiare l’apparato radicale, e la si posiziona nella buca, assicurandosi che il colletto (il punto di incontro tra fusto e radici) sia a livello del terreno circostante. Si riempie poi la buca con il terreno precedentemente preparato, si compatta leggermente con le mani e si procede con un’abbondante irrigazione per favorire l’attecchimento e l’eliminazione di eventuali bolle d’aria nel suolo.
La propagazione per seme
La propagazione della Thunbergia alata attraverso la semina è il metodo più comune e gratificante, permettendo di ottenere un gran numero di piante con una spesa minima. I semi possono essere acquistati in bustine o raccolti direttamente dalle piante dell’anno precedente, una volta che le piccole capsule che li contengono sono diventate secche e di colore marrone. Il periodo migliore per la semina in ambiente protetto è la fine dell’inverno o l’inizio della primavera, circa 6-8 settimane prima della data prevista per l’ultima gelata, in modo da avere piantine già ben sviluppate da trapiantare all’esterno con l’arrivo della bella stagione.
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Per iniziare, è necessario preparare un contenitore adeguato, come semenzai, vasetti di torba o piccoli vasi, riempiendoli con un terriccio specifico per semina, che è leggero, fine e sterile. Prima di seminare, è consigliabile lasciare i semi in ammollo in acqua tiepida per 24-48 ore. Questo trattamento ammorbidisce il tegumento esterno del seme, facilitando e accelerando il processo di germinazione. Dopo l’ammollo, i semi vanno distribuiti sulla superficie del terriccio, distanziandoli di qualche centimetro, e poi ricoperti con un sottile strato di terriccio o vermiculite, non più spesso del diametro del seme stesso.
Una volta seminato, il contenitore va mantenuto costantemente umido, ma non fradicio, utilizzando uno spruzzino per evitare di spostare i semi. Per favorire la germinazione, è fondamentale garantire una temperatura costante di circa 20-24°C; a questo scopo, si può coprire il semenzaio con un coperchio di plastica trasparente o con della pellicola per alimenti per creare un effetto serra, che manterrà alta l’umidità e il calore. È importante arieggiare quotidianamente per qualche minuto per prevenire la formazione di muffe. La germinazione avviene solitamente in un periodo che va dai 10 ai 20 giorni.
Appena spuntano le prime piantine, è necessario rimuovere la copertura e spostare il semenzaio in una posizione molto luminosa, ma senza sole diretto, per evitare di bruciare i delicati germogli. Quando le piantine avranno sviluppato almeno due coppie di foglie vere, potranno essere ripicchettate, ovvero trapiantate singolarmente in vasetti più grandi per consentire un corretto sviluppo dell’apparato radicale. A questo punto, potranno essere gradualmente acclimate alle condizioni esterne prima della messa a dimora definitiva, una volta passato ogni pericolo di gelo.
La propagazione per talea
Oltre alla semina, la Thunbergia alata può essere efficacemente propagata per talea, un metodo di moltiplicazione agamica che consente di ottenere nuove piante geneticamente identiche alla pianta madre. Questa tecnica è particolarmente utile se si desidera conservare le caratteristiche di una varietà specifica o se si vuole ottenere una nuova pianta già parzialmente sviluppata in tempi più brevi rispetto alla semina. Il momento migliore per prelevare le talee è dalla tarda primavera all’estate, quando la pianta è in piena fase di crescita attiva e i fusti sono vigorosi.
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Per preparare una talea, si sceglie un ramo sano e robusto, privo di fiori, e si preleva una porzione apicale o internodale lunga circa 10-15 centimetri. Il taglio deve essere eseguito in modo netto e obliquo, appena al di sotto di un nodo (il punto in cui si inseriscono le foglie), utilizzando una lama affilata e disinfettata per prevenire infezioni. Una volta ottenuta la talea, si rimuovono le foglie dalla metà inferiore del fusto, lasciando solo due o tre coppie di foglie nella parte superiore per ridurre la traspirazione.
Per favorire l’emissione delle radici, la base della talea può essere immersa in una polvere di ormoni radicanti, anche se spesso la Thunbergia radica con facilità anche senza questo aiuto. Successivamente, la talea viene inserita per circa 3-4 centimetri in un vasetto riempito con un substrato leggero e drenante, come un mix di torba e perlite o torba e sabbia. È importante compattare leggermente il terriccio attorno alla base della talea per garantirne la stabilità.
Dopo l’impianto, il vasetto con la talea deve essere annaffiato e posto in un luogo caldo e luminoso, ma al riparo dalla luce solare diretta. Per mantenere un’elevata umidità ambientale, fondamentale per il processo di radicazione, si può coprire il vasetto con un sacchetto di plastica trasparente o con una mezza bottiglia di plastica, avendo cura di arieggiare periodicamente. In genere, le radici iniziano a formarsi entro 2-4 settimane, un segnale della riuscita dell’operazione è la comparsa di nuova crescita. A quel punto, la nuova piantina potrà essere gradualmente abituata a un’umidità inferiore e trattata come una pianta adulta.
La messa a dimora in piena terra e in vaso
La fase finale del processo di piantagione è la messa a dimora definitiva, che può avvenire sia in piena terra che in un contenitore più grande. Se si opta per la coltivazione in giardino, è fondamentale scegliere una posizione che, come già accennato, sia soleggiata e riparata. Si scava una buca di dimensioni doppie rispetto al vaso della piantina, si aggiunge sul fondo una manciata di concime organico a lento rilascio e si posiziona la pianta. È importante prevedere fin da subito l’installazione di un supporto adeguato, come un graticcio o una rete, a cui la pianta possa aggrapparsi. La distanza di impianto tra più esemplari dovrebbe essere di almeno 30-40 centimetri per consentire un buono sviluppo.
Per la messa a dimora in vaso, la scelta del contenitore è cruciale. Deve essere sufficientemente capiente, con un diametro di almeno 25-30 cm, e provvisto di fori di drenaggio. Sul fondo del vaso è buona norma creare uno strato drenante con argilla espansa o ghiaia. Si riempie poi il vaso con un terriccio di alta qualità per piante da fiore, leggero e fertile. Si posiziona la piantina al centro e si aggiunge terriccio fino a riempire il contenitore, pressando leggermente intorno alla base. Anche in questo caso, è essenziale inserire nel vaso un tutore o un piccolo graticcio per sostenere la crescita verticale.
Indipendentemente dal fatto che la messa a dimora avvenga in terra o in vaso, l’irrigazione post-trapianto è un passo fondamentale. Subito dopo aver posizionato la pianta, è necessario annaffiare abbondantemente per far aderire bene il terreno alle radici e per idratare la pianta dopo lo stress del trapianto. Nelle settimane successive, è importante mantenere il terreno costantemente umido, ma non inzuppato, per favorire un rapido e vigoroso attecchimento. Un leggero strato di pacciamatura alla base della pianta, sia in vaso che in terra, può aiutare a mantenere l’umidità del suolo e a controllare la crescita delle erbe infestanti.
Nelle prime fasi dopo la messa a dimora, è utile guidare i giovani steli verso il supporto fornito, aiutandoli ad avvolgersi. Una volta che la pianta si è “agganciata”, continuerà la sua crescita in modo autonomo e veloce. È anche consigliabile effettuare una cimatura degli apici vegetativi quando la pianta ha raggiunto un’altezza di circa 20-30 cm. Questo intervento, apparentemente drastico, stimolerà l’emissione di getti laterali, rendendo la pianta più folta, compatta e, di conseguenza, più ricca di fiori durante la stagione.
📷 Forest & Kim Starr, CC BY 3.0, via Wikimedia Commons
