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La piantagione e la propagazione della melissa
La melissa è una pianta erbacea perenne che appartiene alla famiglia delle Lamiaceae, la stessa della menta, e si distingue per il suo inconfondibile e piacevole profumo di limone. Avviare una coltivazione di melissa, sia in giardino che in vaso, è un’operazione relativamente semplice, ma che richiede alcune attenzioni specifiche per garantire alla pianta un attecchimento ottimale e una crescita vigorosa. La scelta del periodo giusto per la messa a dimora, la preparazione adeguata del terreno e la conoscenza delle diverse tecniche di propagazione sono passaggi fondamentali per chiunque desideri avere a disposizione questa preziosa erba aromatica. La sua natura rustica e la sua capacità di adattamento la rendono adatta anche ai giardinieri meno esperti, che potranno godere dei suoi benefici con un impegno minimo.
La fase di preparazione del sito di impianto è cruciale per il futuro sviluppo della melissa. Questa pianta, pur essendo tollerante, predilige un terreno fertile, leggero e soprattutto ben drenato. Prima di procedere con la piantagione, è quindi consigliabile lavorare il terreno con una vanga o una forca, fino a una profondità di circa 20-30 centimetri, in modo da renderlo soffice e arieggiato. Questa operazione permette di rompere eventuali strati compattati che potrebbero ostacolare lo sviluppo delle radici e causare pericolosi ristagni idrici. È un’ottima pratica incorporare al terreno del compost maturo o del letame ben decomposto, che ne miglioreranno la struttura e apporteranno i nutrienti necessari per un buon avvio della coltura.
Il periodo migliore per mettere a dimora le piantine di melissa è la primavera, passate le ultime gelate, oppure l’inizio dell’autunno, specialmente nelle regioni con clima mite. Piantare in primavera consente alla pianta di avere tutta la stagione vegetativa a disposizione per sviluppare un robusto apparato radicale e acclimatarsi prima dell’arrivo dell’inverno. Se si opta per la piantagione autunnale, è importante effettuarla con sufficiente anticipo rispetto ai primi freddi, per dare alla pianta il tempo di radicarsi bene. Al momento del trapianto, si scava una buca leggermente più grande e profonda del pane di terra della piantina, si posiziona la pianta al centro e si riempie la buca con il terreno, comprimendo leggermente attorno al colletto.
Dopo la messa a dimora, è fondamentale irrigare abbondantemente per favorire l’adesione del terreno alle radici e facilitare l’attecchimento. Le irrigazioni successive dovranno essere regolari, soprattutto durante il primo periodo e nei mesi più caldi e siccitosi, ma sempre senza esagerare. Il terreno deve essere mantenuto umido, ma mai zuppo d’acqua. È importante lasciare che il substrato si asciughi leggermente in superficie tra un’annaffiatura e l’altra. Una volta che la pianta si è ben stabilita, dimostra una buona resistenza alla siccità, anche se irrigazioni di soccorso durante i periodi più aridi ne garantiranno una crescita più rigogliosa e una produzione fogliare più abbondante.
Quando si pianifica l’impianto in giardino, bisogna tenere conto della natura vigorosa e talvolta invasiva della melissa. Similmente alla menta, tende a diffondersi rapidamente attraverso i suoi rizomi sotterranei, potendo occupare ampie porzioni di terreno se non viene contenuta. Per questo motivo, può essere una buona idea piantarla all’interno di bordure o aiuole delimitate, oppure interrare attorno alla pianta delle barriere fisiche (come lastre di plastica o metallo) per circa 20-30 centimetri di profondità, in modo da limitarne l’espansione radicale. In alternativa, la coltivazione in vaso rappresenta una soluzione eccellente per controllarne la crescita e averla sempre a portata di mano sul balcone o terrazzo.
La propagazione per divisione dei cespi
La divisione dei cespi è senza dubbio il metodo più semplice, rapido ed efficace per moltiplicare la melissa. Questa tecnica permette di ottenere nuove piante già sviluppate, geneticamente identiche alla pianta madre, garantendo così il mantenimento delle sue caratteristiche aromatiche e organolettiche. Si consiglia di effettuare questa operazione su piante adulte, che abbiano almeno due o tre anni di vita e che si presentino sane e vigorose. Il momento ideale per procedere è all’inizio della primavera, quando la pianta sta per riprendere il suo ciclo vegetativo, oppure in autunno, dopo la fioritura.
Per procedere con la divisione, è necessario estrarre l’intera pianta dal terreno con l’aiuto di una vanga o di una forca, facendo molta attenzione a non danneggiare l’apparato radicale. Una volta estratto il pane di terra, lo si scuote delicatamente per rimuovere il terreno in eccesso e rendere ben visibile la struttura delle radici e dei rizomi. A questo punto, si può procedere alla divisione vera e propria del cespo. L’operazione può essere eseguita manualmente, separando delicatamente le diverse sezioni, oppure utilizzando un coltello affilato e ben disinfettato per tagliare il cespo in più parti.
Ogni porzione ottenuta dalla divisione deve essere dotata di un adeguato numero di radici sane e di almeno un paio di germogli o gemme. Questo è fondamentale per assicurare che la nuova pianta abbia le risorse necessarie per attecchire e svilupparsi autonomamente una volta messa a dimora. Sezioni troppo piccole o prive di un apparato radicale sufficiente avranno difficoltà a sopravvivere. È quindi meglio ottenere poche piante ben formate piuttosto che molte piante deboli e con scarse probabilità di successo.
Una volta ottenute le nuove porzioni, queste devono essere trapiantate immediatamente nella loro posizione definitiva, in giardino o in vaso, seguendo le stesse indicazioni fornite per la messa a dimora delle piantine acquistate. È importante preparare adeguatamente il terreno, scavare una buca di dimensioni appropriate e, dopo aver posizionato la pianta, irrigare abbondantemente. Le nuove piante, inizialmente, potrebbero mostrare segni di stress da trapianto, ma con le giuste cure e un’adeguata umidità del suolo, si riprenderanno rapidamente e inizieranno a produrre nuova vegetazione.
La moltiplicazione per talea
Un altro metodo molto efficace per propagare la melissa è la talea. Questa tecnica consiste nel prelevare una porzione di fusto dalla pianta madre e indurla a emettere radici, generando così un nuovo individuo autonomo. La propagazione per talea si effettua preferibilmente in primavera o all’inizio dell’estate, utilizzando i getti dell’anno, che non sono ancora diventati legnosi. Questo metodo, come la divisione, garantisce la creazione di cloni della pianta madre, preservandone tutte le caratteristiche.
Per preparare le talee, si scelgono dei fusti sani e robusti e si prelevano delle porzioni apicali o intermedie lunghe circa 10-15 centimetri. Il taglio deve essere eseguito appena sotto un nodo, ovvero il punto in cui le foglie si inseriscono sul fusto, utilizzando delle forbici o un coltello ben affilati e disinfettati per evitare di trasmettere malattie. Una volta prelevato il rametto, si eliminano le foglie presenti nella parte inferiore, lasciandone solo due o tre paia all’apice. Questa operazione riduce la traspirazione e concentra le energie della talea sulla produzione di radici.
Le talee così preparate possono essere messe a radicare in acqua o direttamente in un substrato solido. Nel primo caso, si immerge la base delle talee in un bicchiere d’acqua, che va cambiata ogni due o tre giorni per mantenerla pulita e ossigenata. Le radici dovrebbero comparire nel giro di un paio di settimane. Nel secondo caso, si piantano le talee in vasetti riempiti con un miscuglio leggero e drenante, come torba e sabbia in parti uguali. Il substrato va mantenuto costantemente umido, ma non fradicio, e i vasetti vanno collocati in un luogo luminoso, ma al riparo dai raggi diretti del sole.
Per favorire un ambiente umido e accelerare la radicazione, è possibile coprire i vasetti con un sacchetto di plastica trasparente o con una bottiglia di plastica tagliata a metà, creando una sorta di mini-serra. È importante arieggiare la copertura ogni giorno per qualche minuto per evitare la formazione di muffe. Quando si noterà la comparsa di nuovi germogli, sarà il segnale che le talee hanno radicato con successo. A questo punto, si potrà rimuovere la copertura e, dopo qualche settimana di acclimatamento, le nuove piantine potranno essere trapiantate nella loro dimora definitiva.
La propagazione tramite semina
La semina è un metodo di propagazione che, a differenza della divisione e della talea, non garantisce piante identiche alla pianta madre, ma permette di ottenere un gran numero di piantine con un costo molto contenuto. I semi di melissa sono molto piccoli e la loro germinazione può essere talvolta lenta e irregolare. Per ottenere buoni risultati, è importante utilizzare semi freschi e di buona qualità e seguire attentamente le procedure di semina.
La semina può essere effettuata in semenzaio protetto, verso la fine dell’inverno (febbraio-marzo), oppure direttamente all’aperto, in piena terra o in vaso, a partire dalla primavera (aprile-maggio), quando il rischio di gelate tardive è ormai scongiurato. La semina in semenzaio è generalmente preferibile, in quanto permette di avere un maggiore controllo sulle condizioni ambientali (temperatura, umidità) e di proteggere le giovani piantine nelle loro prime fasi di vita, che sono le più delicate.
Per la semina in semenzaio, si utilizzano contenitori alveolati o piccoli vasi riempiti con un terriccio da semina specifico, fine e ben drenato. I piccoli semi di melissa vanno distribuiti in superficie, cercando di non ammassarli troppo, e poi ricoperti con un velo sottilissimo di terriccio o vermiculite. Dopo la semina, si vaporizza delicatamente con acqua per non spostare i semi e si copre il contenitore con un coperchio trasparente o con della pellicola per alimenti per mantenere un’elevata umidità. Il semenzaio va tenuto in un luogo luminoso, con una temperatura costante di circa 20°C.
La germinazione avviene solitamente in 10-20 giorni. Una volta che le piantine sono spuntate, si rimuove la copertura e si continua a mantenere il substrato umido. Quando le piantine avranno sviluppato almeno due coppie di foglie vere e saranno abbastanza grandi da essere maneggiate, potranno essere ripicchettate in vasetti individuali. Qui continueranno a crescere e a irrobustirsi fino al momento del trapianto a dimora, che avverrà quando le piante avranno raggiunto un’altezza di circa 10-15 centimetri e l’apparato radicale sarà ben sviluppato.